Quali leggi regolano il riciclo della plastica? Tutto quello che c'è da sapere sulle normative italiane ed europee

Il riciclaggio della plastica, in Italia e in Europa, è regolato attraverso una serie di normative che puntano a tutelare la salute pubblica, ma anche a incentivare le pratiche di recupero e riciclo della plastica, con l’obiettivo di risparmiare risorse, limitare le emissioni di gas inquinanti e salvaguardare l’ambiente.

La normativa europea

Le norme europee relative al riciclaggio della plastica si inseriscono in un progetto globale che ha come obiettivo la riduzione delle emissioni di CO2 e la limitazione della produzione di prodotti in plastica monouso. L’Unione Europea, quindi, intende da un lato lavorare per ridurre la quantità di rifiuti prodotta, e dall’altro favorire il loro riciclaggio, per permettere alla plastica eliminata di avere una seconda vita, passando da un’economia di tipo lineare (basata sull’estrazione delle materie prime, la produzione di merci, il consumo dei prodotti e infine lo smaltimento dei rifiuti) e un nuovo modello di economia circolare, in cui i rifiuti non vengono semplicemente eliminati ma diventano una materia prima per ulteriori cicli di produzione.

Le direttive europee in materia di gestione dei rifiuti – e di riciclaggio della plastica in particolare – sono state approvate il 30 maggio 2018, e a tutti gli Stati europei è stato concesso un certo periodo di tempo (fino al 5 luglio 2020) per recepirle. Le direttive principali in materia sono:

  • 2018/850/UE, relativa alle discariche
  • 2018/851/UE, relativa al trattamento dei rifiuti
  • 2018/852/UE, relativa agli imballaggi

Queste norme stabiliscono che, entro il 2035, almeno il 65% dei rifiuti urbani prodotti in Europa dovrà essere trattato in impianti di riciclaggio, mentre lo smaltimento in discarica dovrà parallelamente diminuire fino a non superare il 10% in peso di tutti i rifiuti prodotti. Per quanto riguarda, nello specifico, le materie plastiche, tutti gli stati europei devono arrivare a riciclare almeno il 65% degli imballaggi entro il 2025, e il 70% entro il 2030.

Altre normative, approvate nel 2019, stabiliscono che:

  • entro il 2021 deve cessare la produzione di alcuni prodotti in plastica usa e getta (piatti, posate, cannucce…) per i quali esistono già in commercio valide alternative
  • le bottiglie di plastica devono essere raccolte separatamente rispetto agli altri tipi di rifiuto plastico; entro il 2025 è necessario che le bottiglie raccolte separatamente siano almeno il 77% di tutte quelle immesse sul mercato ogni anno, ed entro il 2029 questa percentuale deve salire al 90%
  • dal 2025, tutte le bottiglie in plastica dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata (e nel 2030 la percentuale salirà al 30%)

La normativa italiana

Le leggi italiane in merito al riciclo della plastica fanno riferimento alle normative europee, e si evolvono in parallelo a queste ultime. Dal 2006 al 2020 è stato in vigore il cosiddetto “Codice Ambientale” (D.Lgs 152/2006), che nella parte relativa alla gestione dei rifiuti stabiliva alcuni principi fondamentali, tra cui:

  • l’approccio ai rifiuti deve puntare alla loro corretta gestione e al riciclaggio, senza concentrarsi solo sui processi di smaltimento in discarica. La gestione dei rifiuti deve essere fondata su una precisa gerarchia: in primo luogo bisogna puntare alla prevenzione della produzione dei rifiuti, poi alla preparazione per il riutilizzo, in seguito al riciclaggio, al recupero energetico e – solo in ultima istanza – allo smaltimento.
  • i principi a cui fare riferimento nel trattamento dei rifiuti sono quelli di precauzione, prevenzione, sostenibilità e cooperazione tra tutti i soggetti che intervengono nella catena gestionale dei rifiuti.

Questi principi sono alla base anche del “Nuovo codice ambientale” (D.Lgs. 116/2020), approvato nel settembre del 2020, in cui sono indicati gli obiettivi di riciclaggio che il nostro paese mira a raggiungere entro i prossimi anni:

  • Riciclo del 55% dei rifiuti urbani entro il 2025, del 60% entro il 2030 e del 65% entro il 2035
  • Riciclo del 50% degli imballaggi in plastica entro il 2025 e del 55% entro il 2030
  • Riciclo del 60% degli imballaggi (di qualsiasi materiale) entro il 2025 e del 65% entro il 2030

La normativa italiana, inoltre, scoraggia l’utilizzo di plastiche e altri materiali non riciclabili e prevede infatti sgravi fiscali per le imprese che acquistano prodotti realizzati con plastica, carta o alluminio riciclati. Allo stesso modo, è incentivato l’acquisto di imballaggi biodegradabili e compostabili. Le aziende italiane sono inoltre invitate a limitare l’utilizzo di prodotti monouso e ad adottare sistemi di raccolta differenziata.

Accanto alle leggi nazionali esistono poi le normative elaborate dalla commissione tecnica UNIPLAST (come la norma UNO 10667-1:2017), che classificano le materie plastiche prime-secondarie ottenute da recupero e riciclo di rifiuti di plastica e stabiliscono i requisiti che questi materiali devono avere, i metodi per il loro riciclaggio e i possibili utilizzi dopo il riciclo.

 

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